La poesia che mi ha costretto a disegnare fino a tardi anche stanotte è l’ultima letta da Simona Garbarino questa sera nel nostro salotto poetico “La finestra sull’anima”
Questa:
ELOGIO DEI SOGNI
di Wislawa Szymborska (traduzione di Pietro Marchesani)
In sogno
dipingo come Vermeer.
Parlo correntemente il greco
e non solo con vivi.
Guido l’automobile,
che mi obbedisce.
Ho talento,
scrivo grandi poemi.
Odo voci
non peggio di santi autorevoli.
Sareste sbalorditi
dal mio virtuosismo al pianoforte.
Volo come si deve,
ossia con le mie forze.
Cadendo da un tetto
so planare dolcemente sul verde.
Non ho difficoltà
a respirare sott’acqua.
Mi rallegro di sapermi sempre
svegliare prima di morire.
Non appena scoppia una guerra
mi giro sul fianco preferito.
Sono, ma non devo
esserlo, una figlia del secolo.
Qualche anno fa
ho visto due soli.
E l’altro ieri un pinguino
con assoluta chiarezza.

Su richiesta di un amico non vedente, aggiungo la descrizione dell’immagine:
Ecco la descrizione del disegno per Elogio dei sogni.
Lo sfondo è un blu scuro, con impercettibili sfumature più chiare, tra l’azzurro e il verde, a ricordare la notte, mai completamente buia. Ma queste evanescenti scie sono in realtà raggi di luce che attraversano l’acqua, sì, perché, osservando più in dettaglio, si scopre che il blu della notte è anche il blu di un fondale marino, appena increspato dalle correnti. Dentro questo cielo che è attraversato dall’acqua, verso il bordo superiore del foglio, una donna con una veste eterea sta volando verso un doppio sole rosso, acceso di fuoco.
Nell’estrema sinistra dell’immagine, come la tenda di un sipario accostato, ad attraversare longitudinalmente la scena, vi è un pesante drappo di un’altra sfumatura di blu, con disegni accennati da pennellate cupe di rosso, verde, turchese (colori presenti nelle altre parti del disegno: il doppio sole, la veste fluttuante della donna che vola, le sfumature dell’acqua). E’ la rivisitazione di un particolare tessuto che si trova spesso nei dipinti di Vermeer, usato come tenda, copritavolo, tappeto…
Ma chi giace sul fondo? A occupare la base del disegno è la sagoma di una donna che dorme, la cui silhouette acquista tridimensionalità grazie alla luce che la illumina dall’alto. Accanto a lei vi è un pinguino che la osserva.
Chi è questa dormiente? E’ colei che dà vita ai suoi sogni, così come ricordati da alcuni versi della poesia di Wislawa trascritti nell’immagine: “Volo come si deve, ossia con le mie forze”, “In sogno dipingo come Vermeer”, “Non ho difficoltà a respirare sott’acqua”, “Qualche anno fa ho visto due soli. E l’altro ieri un pinguino con assoluta chiarezza”.
Non so come descriverti i colori, provo con le sensazioni fisiche che mi suggeriscono
Blu: il freddo e la vertigine che mi prendono quando sto per svenire.
Sfumature di verde e turchese: quando, nel rinvenire, sento il battito del cuore, prima più fievole, poi più sicuro.
Rosso: il calore del sangue che ritorna in circolo, riportandomi alla vita cosciente.
Spero di averti fatto vedere quello che mi attraversa la mente quando disegno

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