0:59
Terminato il disegno dedicato all’ultima poesia di Izet Sarajlic’ “Ancora una notte”, letta questa sera da Simona Garbarino nel suo salotto poetico “La finestra dell’anima”. Questo poeta bosniaco mi ha rapito il cuore e rimpiango di non averlo conosciuto prima. Ne consiglio la lettura a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere cosa sia un amore profondo e assoluto.
Ecco il testo, cui segue la descrizione dell’immagine.
ANCORA UNA NOTTE
di Izet Sarajlic’
Ancora una notte in cui ti perdo
come i battaglioni Rostov, Berlino, Rotterdam,
come i caporali sotto le bandiere, le loro care lasciate
lontano.
Rimbomba un treno, ascolta, da qualche parte rimbomba
un treno,
il treno che poteva portare via te o me,
da qualche parte si riduce ostinatamente crudelmente
la distanza fra canzone e grido.
Abbiamo ancora poco tempo poichè i ricordi non sono
il tempo.
Il tempo è quando hai paura per me, quando aspetti e
quando ti aspetto.
Il tempo è quando ti parlo e quando mi parli di
permanenza.
Poco, ancora poco tempo per le nostre labbra
innamorate, mia cara.
Da qualche parte rimbomba un treno, ascolta, rimbomba
un treno,
il treno che poteva portare via te o me.
In qualche stazione lontana scende sperduto qualcuno,
casualmente non siamo nè tu nè io.
Ancora una notte in cui ti perdo.
Ancora una notte
ancora
una notte.

Descrizione immagine.
Due binari corrono paralleli in una galleria. Luci fredde (azzurro e giallo pallidissimi) ne segnano la lunghezza e l’ampiezza, mentre tratti rettilinei ne definiscono la prospettiva che si chiude con l’entrata, da cui si scorge una notte nera, ferita dalla luce di un treno che sta entrando. A circondare il buco nero da cui scaturisce la luce della locomotiva ancora distante, si vede la circonferenza di un orologio, di cui spiccano le ore, ma in cui mancano le lancette. Tra i due binari, con le spalle volte a chi sta guardando, cammina una donna, trasparente. Sta andando incontro al treno, attraversando l’orologio. Un uomo, fermo sul binario a destra, è girato di tre quarti e la segue con lo sguardo. Non fa alcun tentativo per fermarla. In effetti lei è già andata da tempo e quello che lui vede è solo il suo ricordo. Rimane immobile sul binario a guardarla, oltre il tempo attraversato, in attesa del treno che, travolgendolo, lo riporterà da lei.
Sulle linee prospettiche della galleria due frasi che corrono fino all’entrata del tunnel. A sinistra “Rimbomba un treno, ascolta, da qualche parte rimbomba un treno” . A destra “Abbiamo ancora poco tempo poichè i ricordi non sono il tempo”.
In basso, in mezzo ai due binari, gli ultimi versi della poesia “Ancora una notte in cui ti perdo. Ancora una notte ancora una notte.” e il nome dell’autore.
(Questa è una mia libera interpretazione della lirica, naturalmente)