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Ho finito il disegno ispiratomi da una poesia di Izet Sarajlić, letta stasera al salotto poetico La finestra sull’anima da una Simona Garbarino in stato di grazia. Qui di seguito il testo e poi una descrizione dell’immagine.
Ultimo tango a Sarajevo
di Izet Sarajlić
Il novantaquattro, 8 marzo.
La Sarajevo degli amanti non si arrende.
Sul tavolo l’invito per il matinée di danza allo Sloga.
Naturalmente ci andiamo!
I miei pantaloni sono un po’ logori,
e la sua gonna non è proprio da Via Veneto.
Ma noi non siam a Roma,
noi siamo in guerra.
Arriva anche Jovan Divjak. Dagli stivali si vede
che viene direttamente dalla prima linea.
Quando ti chiede un ballo sembri un po’ confusa.
Per la prima volta ballerai con un generale.
Il generale non immagina l’onore che ti ha fatto,
ma, a dire il vero, anche tu al generale.
Ha ballato con la donna più celebrata di Sarajevo.
Ma questo tango – questo è solo nostro!
Per la stanchezza ci gira un po’ la testa.
Mia cara è passata anche la nostra magnifica vita.
Piangi, piangi pure, non siamo in Via Veneto,
e forse questo è il nostro ultimo ballo.
(1994)
Traduzione: Sinan Gudžević e Raffaella Marzano
Descrizione dell’immagine.
Nel dancing non c’è più nessuno. Accostate alle pareti file di sedie vuote. Le luci sono spente, la sala ha lunghe ombre scure, ma da tre finestre si vedono fiamme rosse crepitanti, che illuminano due figure che ancora occupano la pista da ballo. Sono un uomo vestito di scuro e una donna con un vestito semplice, rosso. Stanno ballando un tango. Non si guardano negli occhi, sembrano concentrati sui passi della loro danza, incuranti dell’incendio che di lì a poco entrerà a consumarli. Sulle guance della donna scivolano le lacrime, ma continua a ballare, a ballare, a ballare.
Sulla parete già annerita dalle fiamme appaiono questi versi:
“Il novantaquattro, 8 marzo.
La Sarajevo degli amanti non si arrende.”
“Per la stanchezza ci gira un po’ la testa.
Mia cara è passata anche la nostra magnifica vita.
Piangi, piangi pure, non siamo in Via Veneto,
e forse questo è il nostro ultimo ballo.”
Sul pavimento, dove già si riverberano le luci dell’incendio c’è il titolo della poesia e il nome dell’autore.
“Ultimo tango a Sarajevo”
Izet Sarajlić