Sbucciarmi,
togliermi la pelle.
Velo dopo velo
togliere gli strati del tempo violato,
delle parole ladre di bellezza e verità.
Sbucciare e lasciar cadere.
Abbandonarla questa pelle ammorbata,
contaminata.
Lasciarla cadere a terra,
sentire il suono del suo afflosciarsi
come cosa morta.
Guardare avanti.
Sentirsi altrove.
Felicemente estranea.
Versi di Simona Garbarino
illustrazione di Aglaja
