Figure, La finestra sull'anima

Di tutto quello che accade dal silenzio in poi

Tra le poesie di Vasco Mirandola lette da Simona Garbarino questa sera, nel nostro salotto poetico “La finestra sull’anima”, ho scelto per la mia illustrazione questa:

Di tutto quello che accade dal silenzio in poi
(con tutti quei si)

Ci si fa belli
si aggiustano i baffi
si bada ai profumi
i capelli composti
i vestiti pensati
si arriva
si scambiano sguardi
si saluta
si cercano i posti
si incrociano giacche e cappotti
ci si siede si commenta
si spengono le luci
si sussurra ancora qualcosa
si attenua il brusio

È da qui che si comincia

Vasco Mirandola

L’ho scelta perché tutti quei “si” impersonali mi hanno parlato di una persona: me stessa (baffi esclusi 😉 ). Hanno raccontato della mia passione viscerale per il teatro, della gioia che provavo quando mi preparavo per andarci, del fremito che mi attraversava quando le luci si spegnevano e incominciava la vita, quella vera perché sognata, perché altra dalla mia. Potevo togliere la maschera quotidiana e indossarne altre, attraverso le vicende immaginate dagli autori e interpretate dagli attori. Il silenzio che interrompe il brusio di prima dello spettacolo preparava all’ascolto e alla fuga. Anche la voce costante e implacabile del pensiero poteva finalmente tacere.
Mi ha colpito la scelta di Vasco Mirandola di parlare del “prima” (che è niente) lasciando sottinteso il “poi” (che è tutto), inserito beffardo nel titolo. Ma forse la chiave è nell’ultimo verso “È da qui che si comincia”: per iniziare a la fuga vitale, togli tutti gli orpelli. Taci. Ascolta. Vivi. È la tua catarsi.

dal silenzio in poi

Descrizione dell’immagine.
Una platea nel buio (un blu che tende al viola). Un filo di luce violacea delinea il profilo delle teste degli spettatori nella parte bassa dell’immagine.
Due riflettori illuminano un palco nudo, al cui centro vi è una cassa. Sulla cassa siede un manichino/automa di legno, snodato in tutte le sue giunture, perfetta ricostruzione delle parti di un corpo umano. Non ha un rivestimento che possa imitare carne e pelle, non ha abiti né acconciature. Ha le mani appoggiate sulle cosce e dall’espressione del suo viso sembra apprestarsi alla narrazione. È una persona divenuta personaggio, e – contemporaneamente – è un personaggio divenuto persona. E anche gli spettatori vivono questo incanto: nel buio e nel silenzio si spogliano delle loro vite per entrare in una nuova dimensione. È da qui che si comincia.
In platea ho scritto a gruppi di sette distici i versi della poesia dedicati alla preparazione e all’arrivo degli spettatori. Sopra la testa del manichino, quasi come un’aureola, c’è l’ultimo verso “È da qui che si comincia”.
Al centro, in alto, quasi come un sipario alzato, il titolo della poesia, il sottotitolo e il nome dell’autore:

Di tutto quello che accade dal silenzio in poi
(con tutti quei si)

Vasco Mirandola

#Aglaja

2 pensieri su “Di tutto quello che accade dal silenzio in poi”

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