Da “Poesie del Risveglio” di Simona Garbarino, Editrice Zona
Desidera?
50 grammi di poesia per favore.
Che tipo di poesia?
Come… che tipo?
Beh… abbiamo poesia per i dolori forti,
poesia per la guerra
e le battaglie perdute
poesia per la solitudine
poesia che induce al sorriso
poesia per gli abbandoni
poesie d’amore trite e ritrite
poesie esibizioniste anche un po’ circensi
poesie del sussurro e della penitenza
poesie dello slancio euforico
poesie dello strazio
poesie della carne
dell’oblio
della solita speranza
patriottiche
depresse per i giorni di pioggia
salvifiche per i giorni di vento,
e molto altro ancora
e sull’ultimo scaffale…
ma non credo risponda al suo caso…
Perché? Che contiene?
Poesia per i perdenti.
Perdenti?
Sì, per coloro che perdono
parole, occasioni, tempo,
desideri, libertà, rispetto, fede,
amori, orientamento… cose così.
Guardi, faccia 500 grammi e
incarti tutto con carta
assorbente per favore:
non vorrei perderla per via.
Saggia cautela, signora.
Sì… sorprendentemente saggia,
signore.
Poesia per ogni cosa, componimento leggero e quotidiano, com’è la poesia per me… Bella bella
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Fantastica!
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Grazie, l’autrice della poesia ne sarà lieta 😊
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Io non sono una poetessa, mi piace solo giocare con le parole e con le rime. E riconoscere cosa si nasconda dietro sillabe più o meno in metrica. Leggendo le tue, riconosco l’angoscia meccanicistica del vivere e la filosofia che vi è sottesa.
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sarcasmo amaro… ed in effetti mi ha ricordato proprio “L’arte di perdere”. Abbiate pietà di me se ho detto una castroneria
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Ci si acconcia alla perdita e si è spesso smarriti: saperlo aiuta ad affrontare con grazia e ironia certi passaggi (non certo a renderli meno dolorosi). Quanto al paragone con la Bishop, sono certa che Simona ne sarebbe lieta 🙂
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SENILITÀ
La memoria mi difetta
me ne accorgo poco a poco
(le sinapsi troppo in fretta
fanno male il loro gioco).
Mi dimentico le chiavi,
il telefono, la penna,
(ma non come mi chiamavi
qui la mente non tentenna).
Ho scordato la patente
e quel certo appuntamento
(non mi importa più di niente
e neppure mi lamento).
Non ritrovo quelle carte
ho perduto il portafoglio
(riconosco ancora l’arte
ed ancor so quel che voglio).
Ho smarrito anche il futuro
è svanito piano piano
(non vi è nulla di sicuro
più non trovo la tua mano).
Alla fine sarà il nulla
perché è lì che poi si arriva
(sarò bimba nella culla
sarò morta ancora viva).
Aglaja
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AVANZANDO
Pezzi di me portano via
A morsi i giorni
Ma quel che avanza, dicono
Son sempre io
Per esserti sottratti, gioie
Ed affetti sembran fatti
Ma quel che avanza, dicono
Son sempre io
E i tagli nella carne
Li vedo e sento, eppure
Quel che avanza, dicono
Sia ancora e sempre io
Molto bella la tua quanto “poeticamente” una schifezza la mia, ma è solo per confermarti che conosco bene il mood… ahimè
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