La malattia è un avvertimento che ci è dato per ricordarci ciò che è essenziale.
Libro della saggezza tibetana
Il corpo parla, soprattutto se le labbra sono serrate.
Il dolore si distribuisce tra schiena, viscere, testa: si aggira incongruamente, incerto su quale ridicolo malessere sceglierà per avvelenarle la giornata.
Lei inghiotte pillole, gocce, amarezze. Si guarda bene dal consultare un dottore: trova ottime scuse per non farlo. Irragionevole come solo le persone razionali possono essere, rifiuta la diagnosi, la sentenza, la cura. Arriva a pensare che il dolore del suo corpo sia necessario per non ascoltarne altri. Oppure per apprezzare, rivivendolo nella memoria, il non dolore.
Ipocondriaca consapevole o malata inconsapevole?
Non ha importanza, il dolore è reale ed è con esso che continua a confrontarsi.
In fondo, è l’unico reciproco ascolto che le rimane.